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domenica 15 aprile 2012



DA GIOVANNI BORTOLI


Sono sicuro che ti sarà molto utile!


Non perdiamo tempo e andiamo subito al sodo :-)
L'olio di palma lo possiamo trovare come ingrediente in davvero tanti alimenti,
è uno dei grassi preferiti dall'industria in quanto si presta a numerosi
impieghi ed è piuttosto economico.


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L'olio di palma in origine è ricco di carotenoidi, estratto con un processo che
utilizza vapore l'olio di palma è uno degli ingredienti preferiti dall'industria
dell'alimentazione perché si presta a svariati utilizzi. 


Il problema nasce nel momento in cui per l'utilizzo industriale l'olio di palma
deve venire fortemente raffinato attraverso processi che prevedono:


• l'eliminazione della parte gommosa ( per evitare problemi di schiuma
durante la frittura), 
• lo sbiancamento per abbattere la colorazione, 
• le deodorizzazione per eliminare alcune sostanze maleodoranti che renderebbero gli alimenti poco appetibili.


Alla fine di questi processi l'olio di palma ha perso tutti i carotenoidi di
cui poteva fregiarsi, ha mantenuto l'alto contenuto di acidi grassi saturi
ed è stato sottoposto a numerosi trattamenti chimici, che dire, meglio
lasciare i prodotti che lo contengono sullo scaffale.
Stesso discorso vale in effetti per quasi tutti gli oli o grassi vegetali tranne che
per l'olio extra vergine di oliva.


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Il percorso verso la salute attraverso Consapevolezza e ResponsabilitàIn tantissimi alimenti troviamo come ingrediente l'olio, ma c'è olio e olio e in
genere quello che viene utilizzato non è certo quello più salutare, ma, come  da legge del mercato, di solito è quello meno costoso...


La differenza principale tra un olio buono e un olio meno buono la si trova nel modo in cui questo viene estratto.


Lo sapevi che esistono 6 denominazioni diverse per “olio di oliva”? 


1. Olio extravergine di oliva
2. Olio vergine di oliva
3. Olio  d'oliva rettificato
4. Olio di sansa e d'oliva
5. Olio di sansa
6. Olio di sansa rettificato


Il primo, l'olio extravergine di oliva, è quello di qualità migliore, deve essere
ottenuto solo ed esclusivamente tramite procedimenti meccanici a freddo,
non deve subire manipolazioni chimiche, non può contenere più dell'1% in peso d'acidità.


Il secondo, l'olio vergine di oliva,  è similare al primo, differisce solo nel
grado di acidità che può essere fino al 4% del peso, ancora comunque un buon prodotto.


Il terzo, l'olio d'oliva rettificato, è ottenuto attraverso il processo degli alcali
o con diversi processi fisici applicati sugli scarti non edibili, ( non mangiabili),
ottenuti dopo l'estrazione dell'extravergine, questo processo rende
commestibili questi scarti. Davvero un prodotto da evitare!


Il quarto, l'olio di sansa e d'oliva, è ottenuto dalla miscela d'olio di sansa
rettificato con oli vergini d'oliva. Molto utilizzato dall'industria alimentare per
confezionare focacce e pizzette, è utilizzato anche nei ristoranti. Ancora peggio dell'olio di oliva rettificato!


Il quinto, l'olio di sansa, è fortunatamente per lo più utilizzato come mangime
per i bovini d'allevamento (che comunque prima o dopo arrivano sulla nostra tavola...).
 Ottenuto dall'ulteriore macinazione e spremitura degli scarti della
prima lavorazione l'olio di sansa è tra gli oli peggiori!


Il sesto, l'olio di sansa d'oliva rettificato, è tra i peggiori ingredienti per quanto riguarda gli oli che possiamo trovare nei nostri alimenti e spesso nei ristoranti e nelle mense.
Si tratta di olio estratto con solventi dalla sansa
d'oliva ( gli scarti della prima lavorazione), con aggiunta di acqua di lavaggio della sansa stessa;
il tutto è reso commestibile attraverso il processo seguito
anche per l'olio d'oliva rettificato.
Un ingrediente davvero ignobile!


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Ecco la brutta notizia che non sospettavi:


Al supermercato difficilmente troverai tutte queste diciture sulle
bottiglie d'olio, quando non si tratta di extravergine o vergine il termine utilizzato è olio di oliva,
dietro al termine olio di oliva si possono raffinatorettificato,
nascondere tutte quelle miscele di olio di oliva, anche  e altri olii vegetali in proporzioni variabili.


Solo per l'olio di sansa esiste l'obbligo di scriverlo esplicitamente in etichetta!


E questo è un inganno di cui pochi sono a conoscenza, difficile immaginare
che dietro l'apparente innocuo ingrediente “olio di oliva” si nascondano
sofisticazioni simili, per questo ti esorto a rimanere con gli occhi aperti e non dare nulla per scontato!


Tutti gli altri grassi o oli vegetali che non sono olio di oliva necessitano di una
raffinazione prima di poter essere consumati,  di questa raffinazione  ci sono
processi importanti ed essenziali come la deacidificazione per ridurre il
contenuto di acidi grassi liberi e altri del tutto inutili come la decolorazione
utile solo per rendere il prodotto più bello, tutti questi processi utilizzano
però nella maggioranza dei casi composti chimici per ottenere il
risultato voluto, composti che spesso non sono per niente salutari. 


Un esempio su tutti, per ridurre l'acidità di molti oli che li renderebbe poco
“palatabili” vengono trattati con una base forte estremamente corrosiva, in genere soda caustica!!!


Quando troviamo nella lista ingredienti un generico oli vegetali o grassi
vegetali possiamo già esser certi che non è stato utilizzato olio
extravergine di oliva ma più verosimilmente olio d'oliva rettificato
miscelato a qualche altro olio di semi poco costoso ed estratto con
solventi chimici.
Stesso discorso se troviamo “olio di oliva” anche in questo caso non si tratta
di olio estratto con processi meccanici come abbiamo visto ma attraverso processi chimici di rettificazione.


Da non sottovalutare poi il problema OGM che si diffondono sempre più.
Dietro all'ingrediente oli vegetali si possono nascondere oli estratti da coltivazioni OGM come l'olio di mais o la canola olio derivato dalla colza. 


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Attenzione poi ai grassi vegetali idrogenati quando leggiamo in etichetta un generico “grassi vegetali” è quasi sicuro che si tratta di grassi idrogenati,
altrimenti il produttore si sarebbe fregiato di un più appetibile “grassi vegetali non idrogenati”.


Ma cosa sono i grassi idrogenati? 


L'idrogenazione è un processo industriale che trasforma i grassi liquidi (oli), in
grassi solidi più facilmente lavorabili dalle industrie e più adatti a produrre diversi alimenti tra cui per esempio la margarina.


Il processo di idrogenazione produce acidi grassi di tipo “cis” e acidi grassi di
tipo “trans”. 
Gli acidi grassi di tipo trans fanno male!
Ecco come Mary Enig, un'autorità mondiale nel campo dei grassi trans
riassume i problemi che i grassi trans possono provocare:


• Abbassano il colesterolo HDL e alzano quello LDL
• Abbassano il valore biologico del latte materno
• Causano un basso peso dei bambini alla nascita
• Aumentano i livelli di insulina in risposta a un carico glicemico
• Interferiscono con la risposta immunitaria diminuendo l'efficienzadelle cellule B e aumentando la proliferazione delle cellule T            
• Diminuiscono il livello di testosterone
• Inibiscono alcune reazioni enzimatiche fondamentali (come quella della d-6-desaturasi)
• Alterano la permeabilità e la fluidità delle membrane cellulari
• Alterano la costituzione e ilnumero degli adipociti (cellule di deposito del grasso)
• Interferiscono con il metabolismo degli acidi grassi essenziali omega-3
• Incrementano la produzione di radicali liberi.
I grassi idrogenati sono un'altra bestialità moderna utile solo alle
industrie per spendere meno e guadagnare di più!


In etichetta li possiamo trovare dietro alle diciture:
• grassi vegetali;
• grassi vegetali idrogenati;
• margarina vegetale;
• olio vegetale;
• olio di palma;
• olio di cocco.


Quindi mi raccomando: occhio alle etichette, le industrie alimentari mirano a modo per difendersi è conoscere i loro trucchetti
spendere poco e guadagnare molto a scapito della nostra salute, l'unico  in modo da evitare certe schifezze che ci propinano!


Ti saluto e ti auguro una magnifica giornata
Giovanni Bortoli


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