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martedì 22 maggio 2012



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Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook
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Capitolo 1 estratto da:
L’ENERGIA DEI 7 CHAKRA
Come Riscoprire l’Energia Fisica
Attraverso gli Esercizi di Meditazione
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Titolo
“L’ENERGIA DEI 7 CHAKRA”


ATTENZIONE: questo ebook contiene i dati criptati al fine
di un riconoscimento in caso di pirateria. Tutti i diritti sono
riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può
essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta
dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato
trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né
per denaro né a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di
anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei
medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume
piena responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a
qualsiasi forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e
non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o
sei a conoscenza di avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai
affidarti a un appropriato trattamento medico.
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Sommario
Introduzione pag. 5
Chakra n 1: Come scoprire l’energia fisica pag. 10
Chakra n. 2: Come armonizzare la sfera emotiva pag. 42
Chakra n. 3: Conoscere e usare il potere personale pag. 75
Chakra n. 4: Come collegare corpo ed emozioni pag. 107
Chakra n. 5: Attivare la comunicazione interiore pag. 137
Chakra n. 6: Come sviluppare la visione pag. 162
Chakra n. 7: Ottenere e realizzare il benessere pag. 203
Conclusione pag. 235
Schede pag. 238
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INTRODUZIONE
La leggenda dello yoga
«Si narra che Siva insegnasse alla sua diletta sposa, la Dea
Parvati, in una caverna vicino alla quale venivano a morire le
onde dell’immenso oceano Indiano, l’Hatha-Vidya, cioè la
scienza delle tecniche misteriose dell’Hatha Yoga, che
comprendono le Asana, o posizioni magiche delle quali egli
stesso era il creatore; pratiche riservate unicamente agli Dei
indiani proprio come il nettare e l’ambrosia erano riservate agli
immortali dell’Olimpo.
Accadde che un pesce, affascinato dalla magnetica e musicale
voce del dio, osservasse quegli strani esercizi e subisse a causa
loro un radicale e sorprendente mutamento: la trasformazione in
un essere umano. [...] Questo fu il primo Yogi, si chiamò
Matsyendra, che in sanscrito vuol dire “pesce fatto uomo”.
Matsyendra insegnò in gran segreto queste tecniche, che vennero
poi tramandate da maestro (Guru) a discepolo (Chela) per intere
generazioni».
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Questa è un’antica leggenda conosciuta e tramandata da maestri a
discepoli e nota nell’ambito delle scuole di yoga, a me tramandata
nel 1990 durante la scuola di formazione per l’insegnamento
dell’Hatha yoga presso la scuola Hatha Yoga-Pontedera.
Lo yoga non ha un’origine precisa, le sue tecniche psico-fisiche
erano conosciute e applicate in tempi assai remoti; gli studiosi
fanno risalire questa disciplina a circa 6000 anni dall’era attuale,
tenendo conto degli scavi effettuati nella valle dell’Indo, a
Moenjo-Dharo (Punjab), ove rinvennero una serie di amuleti,
sigilli, tavolette, rappresentanti divinità in atteggiamenti yoga
(asana) che mostravano già una certa organizzazione. Il termine
yoga proviene dalla radice sanscrita Yui che significa “unire”
(cavalli, carro) e ricorre in molti antichi testi (Yoga Sutra-
Patanjali).
Quindi yoga va interpretato come “l’atto di unire” il cui
significato può essere esteso e trasferito al controllo del corpo,
della mente e dei sensi: “cavalli” assai ribelli, per i quali è
necessario il “giogo” della disciplina. A questa interpretazione se
ne affiancano altre, per esempio quella di “unione” dello spirito
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individuale con quello universale. Secondo lo yoga ogni
avvenimento segue la legge di causa ed effetto, di azione e
reazione (Karman); ogni azione e pensiero hanno una
ripercussione in questa vita e nella prossima, ogni uomo
raccoglie ciò che semina, forgiando il futuro sulla base delle
azioni e dei pensieri del presente.
Il Raja yoga è la scienza del controllo fisico e mentale; è la strada
regale (Raja) e offre un completo metodo per controllare la nostra
mente, trasformando le energie fisiche e mentali in energie
spirituali. Le asana sono posizioni che servono a temprare,
rafforzare e purificare il corpo fisico e il Pranayama, o scienza
della respirazione, serve a regolare il respiro per calmare la mente
e i sensi.
La concentrazione e la meditazione sono gli strumenti di cui lo
yoga si serve per ritirare i sensi all’interno di se stessi, per
calmare la mente e prepararla poi a identificarsi attraverso
l’illusione della separazione con l’oggetto della meditazione, per
culminare poi nel Samadi, o Consapevolezza superiore. Infine i
chakra sono i punti fondamentali e strumenti di passaggio che
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catalizzano e canalizzano energie di diverso tipo e ci
accompagnano in questo lavoro di conoscenza attraverso una
scuola che è interiore e individuale. Sono come delle centraline
elettriche, sono gli occhi energetici del nostro corpo.
In questo libro vi trasmetterò un sunto delle tecniche yogiche, che
sono infinite, e di altre discipline, senza la pretesa di trasmettere
l’immenso bagaglio fornitoci da questa grande disciplina, anche
perché lo yoga si abbraccia per la vita, come avrete capito da
questa stringata introduzione, ed è un sistema serio e profondo.
Un libro ovviamente non può fornire e sviscerare l’intero sistema,
ma alcuni dei fondamenti ve li trasmetto con tutto il mio
entusiasmo di insegnante, dopo aver per anni collaudato queste
antiche tecniche; inoltre assocerò anche tecniche di tipo diverso
derivanti da altre culture sia orientali che occidentali.
Inizieremo unendo il lavoro fisico con quello mentale, in modo da
abituarci a controllare sia l’uno che l’altro, visto che si
corrispondono reciprocamente: far lavorare uno tralasciando
l’altro avrebbe poco senso; inoltre, l’esercizio svolto dal corpo
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fisico in questo contesto ha un significato particolare, che va al di
là del semplice esercizio ginnico. È un lavoro su tre piani: fisico,
energetico e “mentale” o psicologico, che spiegherò in dettaglio.
Unisco discipline diverse, perché ognuno di noi ha approcci
diversi e peculiarità diverse, sia con il corpo che con i sensi che
con la mente e può spaziare fra le varie tecniche trovando quella
che più gli corrisponde.
Non c’è niente di meglio che collaudare le cose che ci vengono
tramandate, poiché la pratica vale più di qualsiasi teoria, non
credete? Sono i preconcetti che ci bloccano nella vita, la mappa
mentale che abbiamo creato; ma come dice qualcuno: «La mappa
non è il territorio». Niente di più vero!
E allora quindi, FORZA! Partiamo per il Viaggio entusiasmante
della nostra Vita!
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CHAKRA N. 1:
Come scoprire l’energia fisica
Armonizzare l’elemento terra e corpo fisico
Il nostro corpo è frutto di questo elemento, è vitalizzato da esso,
noi siamo figli della Terra e siamo letteralmente nutriti da lei:
sotto la forma fisica con i suoi frutti e sotto forma di nutrimento
energetico, pranico. Essere “centrati” a livello sottile significa
avere “grounding”, le radici, conoscere il nostro centro, il posto
ove si vuole stare, il nostro posto nel mondo. Questo avviene
quando il chakra “radice” o Muladhara, che si innesta nel perineo,
affonda la corolla del suo fiore e si apre per risucchiare l’energia
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della terra e nutrirci come nostra madre (Pachamama per gli
sciamani). Questa energia si carica anche attraverso le piante dei
piedi, quindi se siete stanchi, nervosi e volete scaricare tensioni e
calmarvi, andate pure a fare una passeggiata scalzi per beneficiare
della energia della Terra e ricaricarvi.
Io personalmente scelgo questo sistema molto spesso per
allentare e cedere il mio nervosismo al terreno, che lo
ritrasforma e m’invia in cambio una vibrazione di calma e
pace. L’energia della terra è la stessa energia del denaro,
delle cose fisiche, del cibo; è la stessa energia che ci dà la
capacità di ottenere le cose che ci danno sostentamento, un
compagno, una casa, una posizione ecc. È la stessa energia di
movimento, aggressività, conquista, quindi Muladhara ha la
funzione di appartenenza, possesso e sopravvivenza.
Secondo la disciplina dello yoga occorre riequilibrare questo
chakra se abbiamo problematiche in certe sfere dal punto di
vista emotivo; inoltre, essendo collegato col nutrimento, se
non è in equilibrio denota problematiche con la sfera materna,
con la difficoltà ad accettare e integrare la parte materiale
della vita sradicandosi e vivendo in un mondo teorico o
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“spiritualizzato”, rifiutando l’approccio prettamente pratico o
il coinvolgimento fisico o sessuale. Se troppo carico, vorremo
e penseremo ossessivamente all’appropriarci di beni materiali;
al contrario, se carente o disarmonico, sentiremo sfuggire il
sostentamento e la sicurezza esistenziale. Inoltre ci sentiremo
deboli a livello fisico ed emotivo, con scarsa resistenza e
molte preoccupazioni, senza punti d’appoggio, la qual cosa ci
può spingere a ricercare i punti d’appoggio mancanti, le radici,
in palliativi e fughe quali alcool, droghe ecc. col risultato di
farci sradicare ancora di più.
Sempre su questo chakra avere disfunzioni legate alle gambe e ai
piedi denota rigidità, poca malleabilità, difficoltà (come dicevo
prima) a stare “coi piedi per terra”. La Terra e l’oro hanno la
stessa energia, quindi occorre darsi da fare per equilibrare
Muladhara a più livelli per accettare la propria creatività e quindi
anche il denaro che potrà entrare nella nostra vita. Inoltre, paure,
stress, infiammazioni ai piedi, tendiniti, emorroidi, insonnia,
stipsi, sciatalgia, artrite, disfunzioni sessuali, sono alcune delle
patologie legate agli squilibri energetici in questa sede. Secondo
la tradizione dello yoga i cibi per riequilibrare questo chakra
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sono: proteine, carni (specialmente rosse), uova, formaggi, frutta
secca, fagioli. Il colore associato a questo chakra è il rosso e il
giallo ocra, il suo suono o mantra è la «Lam». Le pietre:
ossidiana, malachite, tormalina nera, corallo, rubino, granato. Le
ghiandole associate: surrenali e il sistema osseo. Il comando:
volere. Inizieremo l’approccio con le tecniche energetiche dal
basso, dall’energia più pesante che avvolge, penetra e forma il
nostro corpo: quella cosiddetta “eterica”. Secondo lo yoga (e vi
sono teorie in merito anche secondo la fisica quantistica), il
mondo, ma che dico… tutto l’Universo non è altro che energia
organizzata in forme e strutture diverse, energia intelligente che
ha delle leggi proprie, leggi precise che gli yogi, e non solo loro,
da tempo immemorabile conoscono.
SEGRETO n. 1: chakra muladhara; visualizzare l’energia
fisica, affinando con pazienza ed esercizio la vista eterica.
Ebbene, inizieremo a prendere contatto con la percezione
dell’energia eterica, del primo strato, quello che secondo le teorie
dello yoga avvolge il corpo denso e che con un po’ d’esercizio si
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può scorgere, ad esempio, a circa un centimetro di distanza dalla
superficie del nostro braccio e che ha un colore azzurrino. Lo
possiamo scorgere con gli occhi fisici, oppure con “la vista
eterica”, tramite visualizzazioni. Provate ora.
Prima tecnica: visualizzare l’aura eterica
Appoggiate la vostra mano a una parete bianca e guardatela di
sbieco, sfocando lo sguardo, con gli occhi un po’ socchiusi.
Continuate a fissare il contorno della mano e un punto nel muro
un po’ più in alto senza guardare direttamente la mano. A poco a
poco vedrete all’inizio come una nebbiolina che fa da contorno
alla vostra mano, e la vedrete apparire e scomparire.
Penserete a uno scherzo del vostro sguardo… invece state
iniziando a vedere il prana. Man mano che farete esercizio,
vedrete quest’alone nebbioso diventare di un bianco brillante,
sfuggente, perché il prana si muove; lo vedrete apparire e
scomparire. Continuando l’allenamento vedrete sempre più e
sempre meglio, inizierà a prendere colore, lo vedrete azzurro,
magari vedrete anche altri colori, man mano. Quello è il primo
strato dell’aura, il campo eterico. E questo è lo strato che andiamo
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a ricaricare d’energia con le tecniche di respirazione, posizioni
ecc.
Adesso voglio spiegarvi come gli yogi vedono il corpo
energetico. «Siamo sette per uno e uno per sette!» «Ma che uscita
è questa?» vi chiederete. In effetti non si tratta solo di un’uscita,
bensì di sette uscite, almeno le principali: sono i famosi chakra! Il
campo energetico è un campo di forze che forma, avvolge e
compenetra i nostri corpi fisici; è chiamato aura o uovo aurico,
bolla energetica e in molti altri modi. Si compone di più strati,
secondo il numero dei chakra che sono gli elementi principali
dell’aura. Chakra in sanscrito significa “ruota”, e in effetti si
ritiene siano dei vortici creati dal campo energetico; se
visualizzate lo sgorgo dell’acqua nel lavello avrete idea di come,
secondo gli yogi, si presentino.
Il loro movimento è circolare alternato, vale a dire che ruotano
alternativamente in senso orario e antiorario. Numericamente
sono sette (anche se ce ne sono molti di più, ma prendiamo a
modello i sette principali). Sono doppi, quindi sono disposti sul
davanti e sul retro del nostro corpo in modo speculare, eccetto il
primo e il settimo che corrispondono rispettivamente a Muladhara
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(il chakra della terra) e Sahasrara (il chakra del cielo). Questi
innestano la loro radice sulla colonna vertebrale, l’uno parte dal
perineo e carica la forza della Terra (assieme ai chakra delle
piante dei piedi) e l’altro carica la forza, o energia, prana (in
sanscrito) che proviene dal Cielo. I chakra, quindi, s’innestano e
corrispondono a quelli che sono i grandi plessi per la nostra
medicina, il loro compito a livello energetico è di caricare questi
plessi e le ghiandole a loro associate di prana, in modo da
rivitalizzarli.
Secondo lo yoga, il prana è una forza intelligente che “sa” come e
dove dirigersi per riempire i vuoti ove si trova a scorrere, ma
risponde anche (e questa è una grande legge segreta) alla
direzione che la nostra mente le indica, ricordatelo. Questo vale
per l’energia fisica (o eterica), mentale e astrale. Impareremo
questi concetti poco a poco, in teoria e in pratica. Lo yoga inizia
dal primo gradino che è quello fisico ed eterico, per fare man
mano esperienza del livello emotivo, mentale e spirituale. Nel
prossimo paragrafo partiamo con il primo elemento che
corrisponde anche al primo chakra.
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Seconda tecnica: concentrazione su Muladhara – la Terra
Per questa visualizzazione occorre trovare una posizione comoda,
seduta. Tradizionalmente nello yoga si usa la posizione del Loto,
che consiste nell’incrociare le gambe sopra le cosce, ma per i
principianti va benissimo sedersi su un tappetino a gambe
incrociate, incrociando le caviglie come si fa usualmente.
L’importante è tenere la schiena dritta, sarà utile a questo scopo
sedersi sopra un cuscino.
Se proprio non riuscite a tenere dritta la schiena appoggiatela a
una parete; io consiglio un’altra posizione che è anche ottima per
elasticizzare ginocchia e caviglie: in ginocchio, sedendosi tra i
piedi che sono distanti una trentina di centimetri, ci si abbassa e ci
si siede per terra; le prime volte potete mettere tra le ginocchia un
cuscino e appoggiarvi, altrimenti i legamenti “tirano” troppo, poi,
con la pratica, quest’asana (posizione) elasticizza le articolazioni,
risultando più comoda. Le mani sono appoggiate sulle rispettive
ginocchia. Quale che sia la posizione scelta, fate in modo che il
telefono o altro non vi disturbi per i prossimi quindici minuti.
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Chiudete gli occhi e portate l’attenzione al perineo, che è il punto
che si trova tra ano e genitali; se perdete la concentrazione e vi
vengono in mente altri pensieri, lasciateli andare e riportate
dolcemente l’attenzione su quel punto. Immaginate che da lì
fuoriesca un cordone di luce, e si ramifichi come una radice,
iniziando ad affondare nel terreno sottostante, giù sino alla
profondità della Terra.
Mantenete la concentrazione e l’immagine delle radici. Adesso
immaginate quelle radici come luminose, vive e fate in modo che
inizino a “succhiare” l’energia dalla madre Terra, visualizzate
quest’energia che sale dalle radici ed entra nel perineo,
visualizzatela come una luce azzurra e brillante; guardate il suo
movimento e vedete come si raccoglie a formare un vortice, è
come un imbuto che sale ed entra in voi dal perineo. Guardate il
senso rotatorio, dovrebbe essere verso destra, ascoltate le
percezioni fisiche in quel punto; potreste sentire fresco o caldo, o
un pizzicorino come di corrente, un movimento come fruscio…
Qualsiasi segnale fisico riscontriate è il segno dello scorrimento
dell’energia in quel punto e in questo caso il suo accumularsi.
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Mantenete la concentrazione e adesso, continuando a visualizzare
di risucchiare questa luce dalla terra, notate ad esempio se vedete
colori o forme di tipo geometrico, figure di animali o altro. Ogni
figura che riuscite a visualizzare sarà un simbolo associato a quel
chakra e vi parlerà dello stato di questo punto del vostro corpo
energetico.
Immaginate adesso, in quel punto ove entra energia, che ci sia un
fiore… guardate di che tipo di fiore si tratta e vedete se è aperto o
chiuso, seguitene il movimento e visualizzate l’apertura dei suoi
petali, contateli. Quanti sono? Adesso lasciate scomparire ogni
immagine e quando volete aprite gli occhi, al di là del fatto che
comprendiate o no le immagini a fine visualizzazione, scrivete
quello che avete percepito o visualizzato o “provato”.
Il beneficio dell’esercizio va al di là del fatto che lo comprendiate
o meno, poiché lì il lavoro energetico è stato fatto in ogni modo.
La sensazione dello scorrimento dell’energia, quale fruscio,
corrente, caldo o freddo in quel punto, aiuta a localizzarlo
fisicamente e nelle prossime visualizzazioni lo ritroverete
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facilmente perché avrete avuto la percezione fisica della sua
localizzazione. Io personalmente ho avvertito più spesso come
una corrente elettrica, ma i miei allievi tutta una gamma di
sensazioni diverse… c’è anche chi all’inizio non percepisce
niente e poi, continuando nelle visualizzazioni, percepisce a poco
a poco…
Attingere all’elemento terra
Secondo le teorie legate allo yoga la nostra aura è formata da sette
strati e a ognuno di loro fa capo uno dei chakra, che a sua volta
presiede uno dei plessi. La sua energia, abbiamo detto, lo
mantiene in buono stato, diciamo che lo difende dalle malattie, da
mancanze o altro… e poiché l’energia, il prana, è la matrice della
forma fisica, potendo osservare lo stato dei chakra e dei corpi
(strati) energetici, potremo vedere la salute del corpo fisico.
Secondo gli yogi le cose esistono prima a livello di forma, di
energia e poi accadono, cioè discendono al livello fisico più
denso. Questo perché l’energia, o prana, ha una vibrazione (come
tutto nell’universo) che va da una scala di maggiore a minore
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frequenza (o viceversa) e quindi densità, perché l’energia
rallentando la sua vibrazione prende corpo, si avvicina alla
vibrazione più bassa, quella fisica. Il nostro pensiero, a partire
dall’attenzione, veicola il prana che così si organizza dal livello
più sottile a quello “materiale”, facendo accadere le forme nel
pensiero e precipitandole nella materia. Ciò che viene pensato,
visualizzato, diventa una matrice energetica pronta a realizzarsi,
esiste a livello sottile. Il vostro pensiero ogni volta carica la
matrice energetica avvicinandola sempre più alla forma densa
finché non si realizza concretamente.
SEGRETO n. 2: l’energia segue il pensiero. I vostri pensieri
creano la vostra realtà.
Secondo la disciplina dello yoga nel corpo energetico i chakra
sono dislocati lungo l’asse della colonna vertebrale, veicolano il
prana che entra dall’esterno del nostro corpo fisico e lo
ridistribuiscono facendolo scorrere lungo una “rete elettrica” di
nadi o canali, che prendono nome diverso secondo le culture (i
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cinesi li chiamano meridiani) e si ramificano attraverso tutto il
corpo sottile, un po’ come fanno le vene e le arterie per il sangue.
Quindi abbiamo sette chakra maggiori e sette campi energetici, e
ogni campo ha i suoi sette chakra, o, per meglio dire, ogni chakra
si sviluppa su sette livelli, perché la sua energia si manifesta su
una scala energetica via via meno densa. Qua non c’interessa
sviscerare i perché e i per come, poiché l’argomento è complesso,
profondo e ricco di simbolismi, ma vi fornirò man mano una
infarinatura per farvi capire sostanzialmente perché faremo certi
esercizi e certe visualizzazioni e tecniche. Molte culture adottano
queste conoscenze: dalle arti marziali alle tecniche per
rivitalizzare il campo energetico, come i pranoterapeuti, gli
sciamani, chi fa Reiki, Shiatsu e così via, ognuno per motivi e a
livelli e finalità diversi.
Terza tecnica – la nuvola
Sappiate che si può visualizzare a occhi aperti o chiusi, è
indifferente, anzi forse è più facile farlo a occhi chiusi; un
esercizio per percepire il corpo energetico è il seguente.Sdraiati su
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un tappeto, per terra (non sul letto), luce abbassata, occhi chiusi,
se volete un plaid per coprirvi, iniziate a fare due respirazioni, poi
lasciate l’aria libera, eseguite l’esercizio Savasana di rilassamento
yoga spiegato nel passo n.5, portate il rilassamento sino al punto
A.
Immaginate che dal vostro ombelico fuoriesca una sorta di corda
di fumo o di nebbia che prenda una forma sempre più consistente,
sebbene fluida. Immaginate che questa corda si sollevi sopra di
voi in verticale per circa un metro e che questa nebbia dalla corda
si espanda allargandosi sul vostro corpo, come a formare una
nuvola che replica la sagoma del vostro corpo steso sul
pavimento.
Adesso seguite il movimento ondeggiante di questa nuvola,
guardatene il colore o i colori, perché probabilmente saranno più
di uno. Associate la sensazione fisica ai colori che visualizzate,
notate qualsiasi cosa. Poi lentamente richiamate il cordone dentro
il vostro ombelico e con esso la nuvola, sino a farli scomparire
dentro di voi, percepite le sensazioni fisiche, riportate l’attenzione
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sul vostro corpo adagiato sul pavimento, iniziate a respirare più
velocemente. Aprite e chiudete le dita delle mani. Potete aprire gli
occhi. I colori osservati nell’aura eterica durante quest’esercizio
in genere corrispondono ai colori del rilassamento e della
concentrazione come il verde, l’azzurro, o viola, ma potrebbero
essere anche diversi.
In ogni caso questo vi aiuta a percepire l’Energia e associando le
sensazioni ai colori riuscirete man mano a capire quali stati
d’animo e quali colori usare in associazione alla vostra aura e
come equilibrarla.
Per esempio fare quest’esercizio quando siete nervosi o dopo un
litigio vi farà visualizzare colori diversi e più torbidi, magari, e
noterete le sensazioni diverse a livello emotivo. Potrete quindi
cambiare il colore che “stona” dipingendo la nuvola di azzurro ad
esempio, o verde, sino a sentire la sensazione pesante che se ne
va, che cambia col nuovo colore. Molti colorano l’aura di un bel
verde erba o azzurro cielo e si sentono immediatamente bene!
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Terza tecnica – visualizzazione con il respiro
Seduti, come preferite o in ginocchio; chiudete gli occhi e
immaginate che due ali misteriose e leggere, come di farfalla, vi
accarezzino la palpebra destra, sentite il tocco leggero come una
carezza e immediatamente la zona della vostra palpebra che si
rilassa dolcemente. Percepite un leggero tepore sulla pelle, un
tepore che distende e si propaga alla tempia. Fate lo stesso per la
palpebra sinistra, immaginate queste dita che leggermente vi
accarezzano la palpebra, lasciando un tepore leggero che si
diffonde alla tempia sinistra. Percepite questo tepore ovattato,
gentile e la fronte e gli occhi che si rilassano; adesso fate
estendere e propagare questo senso di rilassamento al resto del
vostro viso, al naso, alle guance, lentamente alla fronte… Bene
così…
Fate in modo che lentamente si propaghi alle labbra, al mento, poi
alla gola. Adesso portate l’attenzione al respiro, all’aria che entra,
a quella che esce, dolcemente. Seguite l’inspirazione e
l’espirazione. Adesso immaginate durante l’inspirazione un flusso
di aria fresca leggera e luminosa, immaginatela azzurrina o bianca
brillante, immaginate che penetri nelle vostre narici e
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visualizzatela mentre scende dentro di voi, attraverso la gola, il
petto l’addome, giù sino al perineo e lì rimanga.
Fate questo mentre inspirate, quando arriva al perineo
trattenete il respiro per qualche secondo e visualizzate un
vortice che si espande e diventa di un colore brillante, quale
che sia… poi espirate lentamente e mantenete l’immagine del
vortice al perineo. Di nuovo inspirate e portate giù la luce che
entra dalle vostre narici sino al perineo, trattenete l’aria e
guardate il vortice al perineo che si espande e diventa più
luminoso, lentamente dopo qualche secondo espirate. Seguite
questo percorso del prana, del respiro, lungo il vostro corpo
sino al perineo per una decina di respirazioni per le prime
volte, poi potete aumentarle le volte successive.
Ricordate sempre la regola magica: l’energia segue il pensiero.
Queste visualizzazioni veicolano il prana, che di per sé è una
sostanza intelligente che una volta dentro di voi sa cosa e come
deve agire; inoltre voi siete energia che si manifesta a più livelli.
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Il Piano fisico è il primo. Questo chakra si armonizza con
tecniche fisiche quali passeggiare scalzi (specialmente sulla nuda
terra, sull’erba), fare giardinaggio o ballare (specialmente con
ritmi tribali o latini), alimentandosi con cibi proteici
(specialmente carni rosse).
Come utilizzare i colori per riequilibrarsi
La vibrazione del colore, nel suo spettro visibile, carica i nostri
sette chakra apportando energia che li equilibra, visto che ogni
chakra ha un colore specifico, un suono, un mantra, un elemento,
dei simboli, una forma geometrica.
SEGRETO n. 3: i colori “caricano” i chakra. Le vibrazioni
sottili dei colori armonizzano ed equilibrano i chakra e i
corrispondenti organi interni.
Possiamo dare energia ai chakra in molti modi tramite il colore, io
li ho sperimentati tutti… vediamo come.
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Quarta tecnica – visualizzazione cromatizzata
In posizione da meditazione, seduti o in ginocchio sui talloni,
chiudiamo gli occhi, facciamo due respirazioni: inspirazione,
tratteniamo brevemente l’aria, ed espirazione… bene, un’altra
volta. Adesso portiamo l’attenzione sulla sommità della testa nel
punto centrale detto fontanella e immaginiamo da lì un vortice
che esce e si espande verso il cielo.
Cerchiamo di percepire una sensazione in quel punto, se non lo
localizzate appoggiateci sopra il dito indice per memorizzarne la
localizzazione, staccate il dito e mantenete l’attenzione in quel
punto: adesso visualizziamo un fascio di luce bianca, brillante che
entra da quel cono sulla testa e si riversa in ogni chakra, quindi
dalla sommità della testa giù sino all’Ajna, nel punto tra le
sopracciglia, e diventa violetto…
Guardate il vortice che diventa viola e brilla espandendosi,
continuate a far scendere la luce che da lì arriva al centro della
gola nel chakra Vishuddha e diventa di un colore azzurro
brillante, vedetelo espandersi.
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Proseguite poi facendo scendere ancora la luce sino al centro del
petto, Anahata, e visualizzate la luce che diventa qui rosa oppure
verde, vedete che si espande, ruota in mezzo al petto e lo illumina.
Proseguite inviando la luce più in basso, diciamo due dita sopra
l’ombelico. Il plesso solare Manipura qua diventa giallo, giallo
sole, si espande illuminandosi per ricaricarvi.
Proseguite in basso inviando la luce al chakra sessuale, per le
donne al centro delle ovaie, per gli uomini il punto di fronte al
coccige, sul davanti dell’addome, quattro dita sotto. Immaginate
un bel colore arancio, illuminate e fate ruotare il vortice in quel
punto, fatelo espandere, continuate in basso al perineo, lo sapete
già fare vero? Visualizzate adesso un bel colore rosso, fate ruotare
il vortice rosso... bene, ascoltate le sensazioni. Adesso fate entrare
dall’alto, dalla testa, una cascata di luce bianca, brillante e
vedetela percorrere il vostro corpo come se fosse cavo, vedete
riempire il vostro corpo, visualizzatelo come trasparente, di vetro.
Guardate la luce bianca che riempie ogni vostro organo e pensate
che mentre entra questa luce vi purifica, visualizzate dal perineo
un flusso scuro che esce portando via ansia, stress, dolori,
negatività, man mano che la luce bianca vi purifica.
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Infine riportate la mente al presente, alla stanza attorno a voi e
quando volete, aprite gli occhi. Questa meditazione serve ad
apportare a ogni centro, e quindi agli organi associati, la
vibrazione del proprio colore ed elemento per armonizzarli,
mentre la luce bianca, il prana cosmico, entra e purifica i blocchi
dovuti a tensioni che visualizziamo come acqua scura che esce da
noi.
Come utilizzare le posizioni Regina di Terra
Nello yoga, tra le infinite posizioni o asana, si suddividono le
cosiddette posizioni Regina, così definite per l’importanza del
lavoro che esplicano sul corpo in relazione al chakra di
riferimento. Ognuna di esse alimenta particolarmente quel centro
e gli organi ad esso associati con un mantra o suono che viene
vocalizzato per aumentare il richiamo pranico nel punto in
questione. Per quanto riguarda le posizioni di terra, veicolano e
canalizzano l’energia della terra, la più pesante, ricaricandolo col
suo elemento.
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SEGRETO n. 4: Tartaruga e Pinza + mantra. Catalizziamo la
lenta vibrazione dell’elemento Terra per calmare e centrare il
nostro corpo e le nostre emozioni.
Sappiate che le posizioni lavorano sempre su tre livelli:
1. a livello fisico, finché c’è da armonizzare uno squilibrio, una
mancanza o eccesso, dolori fisici, disturbi e così via; quindi
la posizione associata a quel chakra e a relativi organi è utile
sul piano fisico, apportando energia, rivitalizzando sangue,
umori, muscoli, organi, tessuti, ghiandole e così via;
2. a livello emotivo, o astrale, inizia a lavorare quando il piano
fisico è in equilibrio e quindi il prana veicolato, dal piano
fisico passa a quello astrale e rivitalizza e riequilibra le
emozioni;
3. a livello mentale o psicologico, le posizioni iniziano a
portare beneficio quando gli altri piani (fisico e astrale) sono
in equilibrio, quindi il prana lavora a livello di
armonizzazione, di mente, di pensieri. Questo è
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comprensibile e armonico, poiché è logico e anche naturale
che finché il corpo farà dei richiami sulle tensioni e quindi su
eventuali squilibri e disarmonie, l’energia non riesca a
seguire il “mentale” più di tanto. Almeno all’inizio il lavoro
va fatto per gradi.
Pinza – Paschimottanasana
Lo yoga dà alle proprie asana nomi di attrezzi e utensili e nomi di
animali ed elementi della natura; questo poiché gi antichi yogi
osservavano la natura nelle sue innumerevoli forme perché
l’uomo era visto nel contesto cosmico, quindi in stretta relazione
con l’Universo: quello che andava bene in natura, poteva andar
bene anche per l’uomo. Quest’asana secondo la disciplina yoga a
livello fisico è associata al ciclo mestruale, può dare sollievo alle
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emorroidi, è associata alle funzioni renali, alla vescica, al
pancreas. Lenisce i dolori di schiena e i disturbi di stomaco dovuti
a tensioni, agisce beneficamente su tutta la colonna vertebrale, sul
sistema nervoso e sugli organi e le ghiandole dell’area
addominale.
Può darsi che per molti all’inizio sia difficile eseguirla
correttamente: in questo caso fate soltanto ciò che riuscite,
arrivate ad afferrarvi dove potete senza sforzarvi, tanto sarà piano
piano il respiro ad allungarvi di volta in volta. In effetti se non
arrivate ad afferrare le caviglie, ma i polpacci ad esempio, la
posizione funziona esattamente come deve funzionare, perché il
vostro massimo in quel momento sono i polpacci. D’accordo? A
livello emotivo e mentale questa è una posizione di introspezione,
di chiusura.
Se eseguita perfettamente, con le mani che afferrano i talloni, le
gambe stese e i gomiti a terra, vicino ai polpacci, con il viso
appoggiato sulle ginocchia (quindi totale chiusura verso l’esterno
per ascoltare i nostri bisogni, lo scorrere del tempo, recepire i
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messaggi del corpo e le nostre trasformazioni per adattarle ai
nostri bisogni in modo armonico, senza violenze) allora possiamo
anche interiorizzare e calmare i nostri pensieri, chiuderci
nell’ascolto verso noi stessi, lasciando per un momento le forme
di competizione con l’esterno, imparando anche a non accettare
sempre le sfide che incontriamo sulla nostra strada, poiché non
sempre sono nostre o utili per il nostro cammino, ma sfide
dell’ego.
Inoltre le sfide di questo tipo portano a una continua lotta poiché
incontreremo sempre chi è migliore di noi per molti aspetti.
Anche le posizioni si conquistano non con la sfida, ma con la
perseveranza, la pazienza, l’ascolto e il rispetto per noi stessi.
Prima regola, il rispetto per noi stessi, a partire dal corpo.
Ricordate che non è mai troppo tardi per metterci in gioco, per
migliorare i nostri limiti, per imparare, senza sfide né
competizioni. Lo yoga è Maestro per questo. Questa posizione
aiuterà in questo lavoro di comprensione, di pazienza e
perseveranza, riservando a volte perplessità, ma sicuramente
anche delle sorprese.
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ESECUZIONE
Seduti sul tappeto, gambe allungate, schiena dritta, mani in
appoggio sul pavimento ai lati dei fianchi. Con la schiena dritta,
s’inspira allargando le braccia verso l’esterno e verso l’alto,
portando le mani in alto sopra la testa, i palmi paralleli. Si finisce
la respirazione, s’inspira di nuovo e si scende col busto in avanti,
schiena dritta, le braccia si allungano in avanti, dritte, per arrivare
ad afferrare i talloni, oppure le caviglie. I piedi sono uniti, le
punte delle dita rivolte verso di noi, il petto scende sulle
ginocchia, i gomiti si chiudono verso la parte esterna delle gambe
toccando terra, se si arriva. Il viso è rivolto verso le ginocchia,
cerchiamo di rilassarlo e di mantenere la posizione, respirando
profondamente e lentamente.
In preparazione alla posizione Regina che ho appena spiegato, se
le gambe “tirano” perché la schiena è poco elastica, potete fare
una variante che consiste nell’inspirare e scendere ad afferrare
dapprima le ginocchia, rimanere giù e fare tre respirazioni,
inspirare e scendere ad afferrare i polpacci, rimanere in posizione,
fare tre respirazioni, inspirare e scendere ad afferrare le caviglie,
facendo ancora tre respirazioni.
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Se adesso è più comoda, mantenere e respirare più volte.
Sciogliere lentamente la posizione e tornare su, schiena dritta.
Questa posizione tra l’altro tonifica gli addominali, scioglie i
depositi di grasso su ventre e fianchi e rivitalizza l’intestino,
migliorando peristalsi, dando sollievo in caso di colite ecc.
Tartaruga – Kurmasana
Altra posizione di Terra molto bella e rilassante. Qui è proposta in
una variante, poiché la Regina è complicata. Quest’asana lavora
sul basso ventre e sull’addome e i suoi organi interni, come la
precedente; inoltre non ha controindicazioni ed elasticizza le
anche, le ginocchia, le caviglie, le spalle e i gomiti. Scioglie i
muscoli e li rilassa. Dal punto di vista mentale, essendo sempre
una posizione di Terra e di chiusura, interiorizza ancora di più,
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perché porta all’ascolto interiore. La testa è rivolta verso terra e
capta le vibrazioni lente dell’elemento, è molto comoda e porta a
rimanere volentieri rivolti verso se stessi, come la tartaruga.
Rallentiamo il nostro ritmo, il ritmo del pensiero, del respiro, e
ascoltiamo i nostri bisogni, lasciandoli comunicare
spontaneamente dal corpo che poi la mente tradurrà in immagini e
sensazioni. Quest’asana aiuta a rilassarci, a diminuire stress e
ansia, a vibrare lentamente con la madre Terra.
ESECUZIONE
Seduti, pieghiamo le gambe e uniamo le piante dei piedi,
rivolgendo le ginocchia verso l’esterno e abbassandole verso il
pavimento; infiliamo le braccia sotto le gambe negli incavi delle
ginocchia e afferriamo i piedi. Inspirare e portare la testa verso i
piedi inclinando il busto in avanti; se avvertiamo delle tensioni,
spostando i piedi un poco in avanti cesseranno. Rimaniamo
piegati e con la fronte abbassata verso i piedi, respiriamo
lentamente, rimanendo in apnea un paio di secondi tra
inspirazione ed espirazione.
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Restiamo chini in posizione tanto a lungo quanto lo desideriamo
godendo della bella sensazione di Kurmasana. Potete utilizzare
queste due posizioni di Terra per rilassarvi, quando siete troppo
con la testa “per aria”, quando avete bisogno di rallentare i vostri
ritmi, se volete apparire più centrati ed essere meno dispersivi,
insomma più concreti, se avete bisogno di ristabilire il contatto
con la materia, con la praticità con le vostre radici.
Catalizzare l’energia della Terra con il Mantra
Il mantra in questo caso è un fonema associato alla posizione
Regina di Terra, Pinza, che serve a catalizzare la vibrazione
dell’elemento Terra e a veicolarlo nel suo chakra specifico, che si
trova nella zona perineale. Eseguendo la posizione e vocalizzando
il suo mantra (Lam), oppure cantandolo mentalmente, al
momento dell’inspirazione, si catalizza il prana nel chakra in
modo più accentuato rispetto alla semplice esecuzione dell’asana
senza mantra. Quindi assumere la posizione Paschimottanasana, o
Kurmasana, inspirare, rimanere in apnea qualche secondo,
concentrare la mente sul perineo, e al momento dell’espirazione
cantare mentalmente o vocalizzare «Laaamm» per una decina di
respirazioni.
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Come risvegliare il corpo in dodici mosse
Ecco una sequenza di dodici asana da eseguire in modo
sincronizzato e dinamico che svegliano il corpo, preparandolo per
la giornata; tradizionalmente si esegue di mattina al sorgere del
sole, per captare l’energia solare, rivolti quindi verso di esso, è
una sorta di preghiera devozionale dinamica.
SEGRETO n. 5: il Saluto al sole Suryanamaskar. Antica
sequenza di asana che velocemente tonifica, elasticizza il
corpo rivitalizzandolo per intero.
Per noi occidentali è un modo veloce per elasticizzare e rafforzare
il corpo in pochi minuti movendolo in ogni direzione e
mantenendolo forte e armonioso. La respirazione avviene
inspirando ad ogni posizione in cui s’inarca il corpo all’indietro,
ed espirando ad ogni piegamento in avanti.
La sequenza si svolge in questo modo: in piedi, piedi uniti, mani
giunte sul petto che premono l’una contro l’altra. Eseguire tre
profonde respirazioni, poi, inspirando, sollevare in alto le braccia
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e inarcare il busto all’indietro; espirando, piegare il corpo in
avanti e portare le mani a terra.
Inspirando, stendere indietro la gamba sinistra appoggiando a
terra il ginocchio e il dorso del piede; sguardo rivolto in alto;
trattenendo il respiro per un attimo, unire i piedi indietro,
puntandoli a terra e sollevando le ginocchia fino a formare un
angolo acuto con tronco e gambe.
Espirando profondamente, lasciar scivolare a terra il corpo. Le
mani sono appoggiate a terra nello stesso punto. Inspirando,
sollevare il busto scaricandone il peso sulle braccia tese; sguardo
rivolto in alto. Espirando, tornare coi piedi uniti indietro
formando di nuovo un angolo acuto con tronco e gambe;
inspirando portare avanti il piede sinistro; ginocchio destro e
dorso del piede devono appoggiare a terra; sguardo rivolto in alto.
Espirando, unire i due piedi, tenere le gambe tese, portare le mani
alle caviglie; inspirando, sollevare il busto e inarcandolo
all’indietro, stendere le braccia in alto; espirando riportare le mani
giunte sul petto. Tonifica tutti gli organi addominali migliorando
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la digestione e l’eliminazione; rinforza i muscoli di tutto il corpo,
elasticizza la colonna vertebrale, migliora la normale respirazione.
Stimola tutti i chakra.
Inoltre, armonizza la figura, snellendo fianchi, cosce, addome,
braccia, allungando i muscoli del corpo rendendolo forte e agile.
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RIEPILOGO DEL CAPITOLO 1:
 SEGRETO n 1: Chakra Muladhara. visualizzare l’energia
fisica, affinando con pazienza ed esercizio la vista eterica.
 SEGRETO n. 2: l’energia segue il pensiero. I vostri pensieri
creano la vostra realtà.
 SEGRETO n. 3: i colori “caricano” i chakra. Le vibrazioni
sottili dei colori armonizzano ed equilibrano i chakra e i
corrispondenti organi interni.
 SEGRETO n. 4: Tartaruga e Pinza + mantra. Catalizziamo la
lenta vibrazione dell’elemento Terra per calmare e centrare il
nostro corpo e le nostre emozioni.
 SEGRETO n. 5: il Saluto al sole Suryanamaskar. Antica
sequenza di asana che velocemente tonifica, elasticizza il corpo
rivitalizzandolo per intero.
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